lunedì 3 maggio 2010

A lezione da Chanel







Lo so, è l'ennesimo libro sulla stilista francese, e io da vera patita non ho saputo resistere alla tentazione di leggerlo; ve ne faccio un sintetico resoconto...
Della amica Colette diceva che era troppo grassa e che “all’amore preferiva due salsicce grigliate”. Brigitte Bardot era irrecuperabile perchè sciatta. Affittò lo scrittore Maurice Sacs perchè le allestisse una libreria piena di prime edizioni di tutto quello che avrebbe dovuto leggere, e si rifiutò sempre di fare amicizia con le clienti. Per essere qualcuno, infatti, spiega Chanel, la gentilezza non aiuta, a meno che non siate galline che covano le uova. Lei era intrattabile, lunatica, bisbetica, sempre di cattivo umore (forse a causa del digiuno per restare magra). Poi era bugiarda, molto bugiarda su tutto quello che la riguardava, soprattutto sulle sue origini. Che altro dire, Coco Chanel odiava le domeniche perchè le sarte avevano il giorno libero...
Più che una biografia questo libro si presenta come una miniera di preziose «lezioni di vita» per le donne, oltre alla prima e fondamentale regola sulla necessità della cattiveria. Amare gli uomini, ma soprattutto amare essere amate da loro…
Dopo il grande successo della biografia di Henry Gidel, Coco Chanel torna protagonista di un libro non tradizionale, molto glamour, attento, ricco di humor . IL MONDO DI COCO CHANEL... Lezioni di vita e di stile dalla donna più elegante di sempre, Karen Karbo. (Ed. Lindau “Le Comete” pp 232, euro 19).

Il Decalogo di Coco Chanel
1 Una donna dovrebbe essere sempre elegante e favolosa.
2 Occorre essere qualcuno, non qualcosa.
3 L’atto più coraggioso rimane quello di pensare a sé stessi. Ad alta voce.
4 Si deve sopravvivere anche ai grandi amori.
5 Non perdere tempo a battere contro un muro sperando che si trasformi in una porta.
6 Il denaro è un buon servo e un pessimo padrone.
7 Una donna che non mette il profumo non ha futuro.
8 C’è un tempo per il lavoro e un tempo per l’amore. Non rimane tempo per nient’altro.
9 La soluzione non è guardare dietro di sé, ma salire ancora più in alto.
10 Che importa l’età! Oggi siamo le ragazze che eravamo e che saremo.
                                 

Le camelie di Chanel
Chanel Haute Couture Spring 09
Questo post è dedicato alla mia amica Cecilia, amante delle camelie almeno quanto Mademoiselle Coco. Qualche anno fa eravamo a una festa e lei indossava un bellissimo Chanel vintage con tanto di camelia bianca, il particolare buffo era che l'abito era talmente stretto che non riusciva quasi a piegare le braccia, quindi era impossibile ballare.  L'unica cosa da fare era girare, farsi guardare e cercare di bere qualcosa. Il locale era pieno, dire che stavamo soffocando è dire poco, e la gente in quelle situazioni è davvero poco educata... A un certo punto, nel caos più totale, sento una vocina sofferente gridare "la camelia, la camelia..." - era Cecilia che, in modo tragicomico, si teneva il fiore al collo dalla paura che le scivolasse via. Da quel momento quel fiore lo associo a lei, che ne ha una collezione intera...

Che dire della passione di Chanel per questo fiore giapponese?  La signora era affascinata  dalla rotondità quasi geometrica della camelia, dalla perfezione dei petali, dalla mancanza di spine e dalla totale assenza di profumoQuest'ultima caratteristica per Mademoiselle era un dettaglio vincente perchè le consentiva di appuntarsene una sui suoi iconici tailleur senza mischiarsi al suo abituale profumo.  Ma il vero motivo della sua predilezione era un altro. Pare che la camelia fosse il primo fiore regalatole da Arthur ‘Boy’ Capel, suo grande e sfortunato amore, fonte di ispirazione per le sue creazioni ma anche finanziatore della prima boutique Chanel a Parigi.

1 commento:

  1. ...che ricordi...chissà se in quell'abito ci entro ancora...!?! Le camelie invece....le innaffio tutti i giorni con amore...

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