giovedì 13 maggio 2010

La signora del trompe-l'œil

   Aveva detto di voler morire in mare e così è stato. La notte tra lunedì 11 e martedì 12 maggio è morta a 90 anni Giuliana Coen Camerino, in arte Roberta di Camerino. Se ne è andata mentre era a bordo della sua barca, che aveva chiamato Giada, facendosi cullare dal mare dell'Istria. Una storia d’altri tempi la sua, vissuta nei fasti di un’epoca che non esiste più. Le immagini che ho trovato non rendono giustizia a chi, come lei, ha davvero fatto la storia della moda italiana, pensate che fu la più famosa e la più osannata dei nostri stilisti all’estero. La sua invenzione fu disegnare e stampare pieghe, colletti, revers, asole bottoni su abiti in jersey che al di là di una illusione ottica,  erano, invece, lisci, lineari e ingualcibili, a prova di una ventiquattrore. 
Una vita vissuta splendidamente nelle case di Lugano e di Venezia ma soprattutto in barca, perché la Dogaressa, come in molti l'hanno soprannominata lavorava, creava, disegnava e navigava ancora a un’età più che rispettabile. Della sua città era innamorata e proprio in una calle veneziana nel '45 aveva aperto il primo laboratorio per dar vita alle sue inimitabili borsette di velluto con i ganci e le chiusure che rubavano i segreti agli artigiani che facevano le gondole. Queste icon bag  furono ideate dalla signora nel periodo trascorso in Svizzera dove la famiglia veneziana dei Coen aveva trovato rifugio dalle persecuzioni fasciste.  Negli anni ’50 tutta New York era ai suoi piedi.  Le sue bag piacciono ai più importanti nomi della moda da Coco Chanel a Christian Dior, per non parlare della famosa "Bagonghi" preferita da Grace Kelly, Andie McDowell, Isabella Rossellini e della "Caravel" scelta da Madonna.
Nel 1956  Roberta di Camerino, grazie al suo “maglione illustrato” è premiata con l'Oscar della Moda, il Neiman Marcus Award. Salvador Dalì, avaro di complimenti disse: “ é la prima volta che vedo l’arte nella moda, ci vuole talento e lei ne ha”. Quando nel 1963 la signora di Camerino presenta nella Sala Bianca di Palazzo Pitti la sua linea di abbigliamento è già una star e arriva con i suoi tre inseparabili bassotti a pelo ruvido. Per la prima volta vanno in scena capi estremamente innovativi ispirati al più illusionistico e ingannevole dei motivi pittorici: il trompe-l'oeil. Nella sua lunga carriera firma con con la R maiuscola ombrelli, profumi, occhiali, lenzuola e tantissimi altri oggetti. Il marchio Roberta di Camerino fu il primo brand italiano a conquistare l’estremo Oriente. Negli anni '70, infatti,  viene firmato l'accordo con il colosso Mitsubishi Corporation per l'esclusiva in Giappone delle linee dell'azienda. Dopo varie vicessitudini nel 2008 la maison è comprata dal Sixty Group (colosso della moda, controlla sette marchi, tra cui Miss Sixty ed Energie, quindi Sixty, camiceria vintage da uomo, il trasgressivo Killah, fino a Murphy & Nye) di Vicky Hassan e Renato Rossi.

La mitica bagonghi bag
 

Aveva scelto come etichetta il nome Roberta per via del famoso film con Ginger Roger e Fred Astaire, e la colonna sonora dei suoi défilé è sempre stata "Smoke gets in your eyes"; vi aveva aggiunto quel "di" nobiliare e poi il cognome del marito



Nuovo atelier veneziano di Palazzo Loredan Grifalconi, in Calle della Testa

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