Autoritratto alla guida di una Bugatti verde
Al liceo era la mia pittrice preferita, ora i miei gusti sono un po' cambiati,
ma Tamara de Lempicka esercita sempre un fascino particolare... Fino all'11 luglio il Complesso Monumentale del Vittoriano di Roma, le dedica una mostra dal titolo
“Tamara de Lempicka. La regina del moderno”. Brillante, bella, audace, una “Dea dagli occhi di acciaio nell'era dell'automobile” – come la definì nel 1978 il New York Times (rifacendosi al suo più famoso autoritratto che la vedeva alla guida della sua Bugatti verde).
Icona di stile, donna stravagante, bisessuale dichiarata, Tamara de Lempicka era conosciuta sia per la sua arte che per la sua eccentrica personalità. Una vita fatta di spostamenti, che la portarono dalla Russia all'Europa e dal vecchio continente fino agli Stati Uniti, per terminare poi la sua vita in Messico. Nel 1978 si trasferì a Cuernavaca (Messico), dove morì il 18 marzo 1980, le sue ceneri furono sparse sul cratere del vulcano Popocatépetl.
E ora qualche curiosità sulla vita amorosa di questa artista trasgressiva
Tamara femminista indipendente A Parigi conquista il rispetto di tutti e a soli 30 anni festeggia il suo primo milione di franchi. “Sono stata la prima donna a dipingere in maniera chiara e pulita: questo è il segreto del mio successo”, con queste parole sintetizza la sua arte a sua figlia.
Tamara e la moda Adorava indossare e ritrarre gli abiti di moda, spesso però si vestiva da uomo e si presentava come “pittore”.
Amori Amava uomini e donne con il medesimo slancio, era un’aristocratica sperperatrice, e forse anche un po’ folle se è vero che fu l’amante del chirurgo russo Voronov il quale, come cura per ringiovanire e rinvigorire, trapiantava testicoli prelevati da scimmie sull’uomo.
Tamara e D'Annunzio Si sa che Tamara fu ospite al Vittoriale almeno due volte; del primo soggiorno non si sa nulla, e s'immagina sia stato brevissimo. Ma del secondo si sa ogni cosa, grazie specialmente al diario dettagliatissimo della cameriera personale di D'Annunzio, Emilie (o Amelie o Emile) Aélis Mazoyer. Secondo le parole di Aélis, l'arrivo della "Polacca" (così si riferisce a Tamara, in maniera piuttosto spregiativa, chiamandola anche come "la cammellona") avrebbe liberato lei e le poche altre signore dalle boccaccesche attenzioni del padrone di casa. Le cose non andarono esattamente così, perché Tamara civettava, ma non si concedeva mai. E il Vate si irritava sempre più, giorno dopo giorno. La Mazoyer la odiava tanto da imputarle degli assurdi furtarelli in giro per la villa, e si finse indignata nel constatare che la "cammellona", andandosene, non restituì i gioielli donatile da d'Annunzio, dal valore complessivo di 25 mila lire (almeno 15 mila euro di oggi).
Ingenuità o furberia? Certo è che Tamara de Lempicka, la donna che amava uomini e donne indifferentemente (la sua prima amante fu Ira Perrot, modella), dichiarò qualche decennio dopo "Forse feci male a non concedermi".
Tamara, l'arte e le donne Rafaela è una prostituta per la quale Tamara perde la testa e la ritrae attraverso colori, linee, pose e sguardi di una sensualità da togliere il fiato, del ’27 sono i seguenti quadri: La bella Rafaela in verde, La bella Rafaeladove attraverso un’inquadratura insolita la vediamo distesa con il suo bellissimo corpo nudo, i suoi capelli neri e il suo rossetto rosso e poi La sottoveste rosa sempre indossata sinuosamente dalla modella prediletta.
Rafaela su fondo verde (Il sogno)
La bella Rafaela
La sciarpa blu
La sciarpa arancione
Granduca Gabriele
In piena estate